giovedì 29 aprile 2010

Van Harper facts - n°66

Recentemente un’equipe di scienziati del MIT di Boston ha scoperto che le frane sono il modo che hanno le montagne per esternare la loro insicurezza.

Dopo l’accordo tra Usa e Russia per la distruzione di numerose testate nucleari, preoccupa la modalità. Non se ne conoscono i dettagli ma gli Stati Uniti l’hanno già ribattezzata "Operazione Capodanno".

Van Harper Classic:
Le 7 scuse più improbabili del Dr. Van Harper

mercoledì 28 aprile 2010

iHarper - n°12

L’altro giorno stavo per perdere il treno. Così arrivo di corsa sul binario e salgo al volo. Raggiungo il mio posto. Alzo lo sguardo. E seduto davanti a me ci sono io. Non un sosia, non la mia copia esatta. Ero proprio io. Stessa pettinatura, stesso vestito, stesso sguardo sorpreso. Io lo guardo. Lui mi guarda. Lui mi guarda come io lo guardo. E io non posso fare a meno di chiederglielo:
"Dov’è diretto questo treno?".
Lui mi fa: "Ieri".
Così sono sceso e ho aspettato quello diretto dalla parte opposta.

Siete ancora lì che ci state pensando, vero?

Molte persone mi dicono che sono un genio. Io mi armo di modestia e rispondo loro: "Lo sareste anche voi con il mio cervello".

Van Harper Classic: Le 12 frasi che Neil Armstrong non disse mai prima di mettere piede sulla Luna

lunedì 26 aprile 2010

iHarper - n°11

Tra tutte le 5.674.380.412 persone che vivevano su questo pianeta, a mio nonno era capitato il lavoro peggiore. Era quello che le contava.

Aveva un talento insolito. Era in grado di avere ragione dandosi torto.

Era un cinico. Scriveva e-mail al nostro postino solo per farlo sentire inutile.

Mi manca il nostro vecchio postino, ma non era proprio tagliato per quel lavoro. Suonava solo una volta.

"Undici" è la risposta che do più spesso. La gente mi chiede perché. Io rispondo sempre "undici".

Van Harper Classic: I dialoghi improbabili del Dr. Van Harper – n°9

venerdì 23 aprile 2010

iHarper - n°10

Non dico che i miei genitori siano rimasti delusi quando sono nato. Ma forse si aspettavano di più dopo la visita di quell’arcangelo.

Mio padre mi chiamava affettuosamente "DNA".

Non ho bambini, ma tutti si aspettano che ne faccia uno. La mia ragazza vuole un figlio. Mia madre vuole un nipote. Il mio vicino di casa vuole un altro vicino di casa…

Tutti vorrebbero che mi riproducessi. Non lo so. Penso che ci siano modi meno compromettenti per dimostrare che non sono più vergine.

La notte non riesco a dormire, così conto le pecore. Ne manca sempre una e rimango sveglio per l’ansia.

È bello quando sognate qualcuno in un modo speciale, simile all’innamoramento. Una persona alla quale non avevate mai pensato in quella maniera prima d’ora. Il giorno dopo la vedete sotto una luce differente, siete così coinvolti, così romantici… non è male, vero? A me è capitato stanotte con Mike Tyson.

Sono sempre stato un perfezionista. Quando a scuola gli altri bambini mi picchiavano, io gridavo loro: "Non è così che si fa!".

Ci sono giorni in cui non mi diverte niente. Così metto su un dvd di Woody Allen. E scoppio a piangere.

Van Harper Classic:
Van Harper Review – n°23

mercoledì 21 aprile 2010

Van Harper facts - n°65

Clonato per sbaglio un fervente cattolico che si è immediatamente dichiarato contrario a sé stesso.

Recentemente un’equipe di scienziati del MIT di Boston ha scoperto che viaggiare in ascensore riduce del 99,3% il rischio di un tamponamento.

Van Harper Classic:
Mr. IKeA – Parte III

lunedì 19 aprile 2010

I dialoghi improbabili del Dr. Van Harper - n°21

Quando ero piccolo avevo un cane. Si chiamava Scooter. Un giorno scomparve. In lacrime chiesi ai miei genitori che fine avesse fatto.
"Sta forse correndo felice in campagna?", domandai timidamente loro.
"No no" interruppe quell’assordante silenzio mio padre, "è morto".
Impaurito, confuso ma con ancora quegli occhi colmi d’innocente speranza che implorano una menzogna chiesi di nuovo loro:
"Non è che invece di fare una cosa così ovvia e scontata Scooter è veramente scappato per correre felice in campagna? È facile confondersi, pensi che qualcuno sia morto e invece eccolo lì che corre felice in campagna. Il caso della nonna avrebbe dovuto insegnarci a tutti qualcosa, o no?".
"No, Scooter è veramente morto. È stato investito da un camion. Col senno di poi chiamarlo Scooter non è stato di buon auspicio, figliolo".
"Grazie papà, il tuo traballante humour nero fuga ogni dubbio sul tono che avrà il tuo epitaffio. Costringendomi a buttare tutti quelli che ho già scritto, tra l’altro. Ora torniamo per un attimo a me e, nota bene, ho appena sette anni, utilizzo concetti complessi e un vocabolario articolato, ma sono ancora assolutamente in grado di bermi una bugia raccontata con un minimo di convinzione: sei proprio sicuro che Scooter non sia in campagna, al sicuro, con tutti gli altri cani e un affabile fattore che si prende cura di loro? Avere una conferma potrebbe devastare di meno il mio già fragile equilibrio. È difficile la vita per un bambino di seconda elementare che definisce Charles Dickens un ‘Dostoevskij glitterato’".
Mio padre si chinò e appoggiò le sue possenti mani sulle mie spalle. Non smise per un attimo di guardarmi negli occhi.
"Perché Scooter avrebbe dovuto fare una cosa così stupida come scappare in campagna da uno sconosciuto?".
"Perché è un cane, maledizione! E i cani fanno cose stupide. Dicono anche cose stupide. Per questo continuano ad abbaiarsi l’un l’altro. Sono critiche".
Finalmente mia madre prese la parola.
"Caro, forse dovremmo mentire al bambino. Sai, per non traumatizzarlo".
"Grazie mamma per l’empatia e per aver impartito per l’ennesima volta una lezione a questo individuo che ti ostini a farmi chiamare ‘padre’. Grazie anche per averlo detto a voce alta quando sono qui a 30 cm da te ma, ovviamente, farò finta di non aver sentito per mantenere ancora intatta l’illusione nei vostri occhi colmi d’innocente speranza, in un caso, e di miope ottusità, nell’altro".
"Dove eravamo?", chiese mio padre.
"Ci arriverai tra un po’. Allora, questo cane? Esigo risposte", chiesi a mia madre rivolgendole l’attenzione come una bussola si rivolge al nord.
"Scooter non è stato investito da un camion".
"E questo è un inizio".
"È stato ammazzato da Babbo Natale. Proprio come la nonna".

Van Harper Classic: Mr. IKeA – Parte II

domenica 18 aprile 2010

Dr. Van Harper’s Sing-Along Blog

Caro Dr. Van Harper, c’è una domanda alla quale non ha ancora risposto?
Mi chiedo spesso cosa smette di fare il Papa quando va in vacanza. Uno scultore smette di scolpire, ma il Papa? Probabilmente diventa ateo per due settimane.

Caro Dr. Van Harper, c'è qualcosa di cui si vergogna?
Sono terrorizzato dai punti interrogativi. Lo ammetto, mi mandano fuori di testa. Non chiedetemi perché. O almeno fatelo con un’interrogativa indiretta.

Van Harper Classic:
Mr. IKeA – Parte I

mercoledì 7 aprile 2010

iHarper - n°9

La claustrofobia è un bel problema, quando sei un feto.

Mi chiedo quale sia stata la prima frase pronunciata da Berlusconi da piccolo. La seconda è stata "non l’ho mai detto", ma la prima?

Mi piace deludere le persone. Se venissi condannato alla sedia elettrica le mie ultime parole sarebbero "siete un pubblico meraviglioso, sarò qui per tutto il resto della settimana".

Quando morirò mi piacerebbe essere imbalsamato e utilizzato come modello per l’intimo.

Essere un cadavere avrebbe i suoi lati positivi: sarei impermeabile alle critiche, più sicuro di me e di conseguenza molto, molto più sexy.

Il problema della religione cattolica è che crea troppe aspettative. "Vita eterna"... due parole potentissime, ma per convincere le masse sarebbero bastate "buffet gratis".

Spero solo che ci sia qualcosa dopo la morte. E soprattutto spero di non doverci arrivare a piedi.

Grazie. Siete un pubblico meraviglioso, sarò qui per tutto il resto della settimana.
(calo di tensione, si spengono le luci).

Van Harper Classic:
Let It Van Harper

giovedì 1 aprile 2010

Van Harper facts - n°64

Inventata la prima battuta subliminale, al via la sperimentazione.

A questo punto avreste già dovuto ridere.

Rivoluzione in Formula 1. Per rendere i circuiti più emozionanti, da quest’anno verranno abbattute tutte le rotatorie. Sì invece agli incroci con semaforo lampeggiante.

Van Harper Classic: Van Harper Review – n°22