Mike, suo malgrado, deve fuggire. Non è un eroe, lo si vede lontano un chilometro e, mentre l’allarme suona e le guardie arrivano, si catapulta fuori dall’edificio, oltre le inferriate del Settore 9 e 1/3. Inizia a correre disperatamente ma viene presto preso e caricato su un Van della Volkswagen. In trappola, senza via d’uscita, braccato come un criminale se non fosse che su quel furgoncino lo fissano "facce senza divisa", a partire da Pablo che, a conti fatti, oltre che "eccentrico" è anche un infiltrato e devoto terrorista.
L’unico posto sicuro per i "non integrati, discretamente liberi" come loro, nelle parole di Pablo, è il Ghetto, un non-luogo nel quale si auto-esiliano i liberi pensatori, i perseguitati, gli ingenui, i criminali e i folli, i cui confini le autorità oltrepassano solo per necessità. È un non-luogo, quindi per loro è come se non esistessero. Se si eccettuano ovviamente alcuni raid punitivi degli Squadroni, efferati quanto le loro pessime coreografie lasciano presagire.
Il Ghetto, oltre all’inavvicinabile deposito 7G, è il posto di cui Mike aveva sempre e solo sentito parlare, poco e senza stimolare in lui alcun interesse a dirla tutta, ma comunque circondato da una sorta di mistero circense, un quartiere-prigione nel quale incontrare il pittoresco campionario dell’umanità "latitante".
C’è Indro, un pianista jazz che suona in piedi ininterrottamente da 3 anni, 7 mesi e 15 giorni ("per abitudine", si giustifica) senza riuscire apparentemente a fermarsi; Ljubo, ex-poeta da quando la sua opera omnia è stata irrimediabilmente e sistematicamente stampata su una serie di t-shirt dalla triste saggezza al microonde; Alex, sorprendente pittrice ma aspirante cantante totalmente priva di talento, che confeziona inconsciamente origami ogni volta che mente; Fausto, anziano e irreprensibile maggiordomo pluri-omicida assolto per i suoi delitti ma condannato, ironicamente, alla sedia elettrica perché sorpreso seduto su una panchina superstite durante la sua "ora d’aria". Questi sono i nuovi compagni di Mike, oltre a Pablo, ovviamente, dal quale apprende che sulle sue tracce l’apparato burocratico-militare ha messo il Generale Machiavelli, un vecchio militare irascibile sulla sedia a rotelle che detesta tutto ciò che si muove al di sopra dei 108 cm.
Il primo avvertimento del Generale arriva quel giorno che Mike, Pablo e gli altri si trovano nella Bibliotech del Ghetto, la cui quiete viene interrotta da una inquietante ed irritante nenia da carillon. È il furgoncino da gelataio dello Squadrone, soldati programmati per reprimere a ritmo di tip-tap, dall’approssimativa, scarsa o totalmente assente coordinazione motoria. Mike riesce a nascondersi grazie all’aiuto di Alex ma gli altri, presi alla sprovvista, non possono far altro che assistere in qualità di inermi spettatori.
Uno a zero per il Generale Machiavelli, ma non finisce qui, si esige una contromossa...
giovedì 6 agosto 2009
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