lunedì 31 agosto 2009

Van Harper Review - n°26

Ennesime recensioni. Alcune negative, altre rovinerebbero la reputazione di Babbo Natale.

"In Iraq hanno eretto una statua del Dr. Van Harper solo per il gusto di tirarla giù".
(Berliner Zeitung)

"La mia autostima è talmente bassa che a volte vorrei essere lui".
(Luca Badoer)

"Per l’ultima volta: io sono il cantante, non il clown".
(Ben Harper)


Van Harper Classic: Buon Natale, Dr. Van Harper!

sabato 29 agosto 2009

I film che non vedrete mai - n°15

Los Angeles non era più la stessa dopo gli ultimi due omicidi, la popolazione era sempre più spaventata. Inoltre continuava a diminuire. Il sindaco, deciso a vederci chiaro, assolda Rick Advocaat, detective dalla grande fama, dalla dignità economica e dal bicchiere facile. Rick era stato famoso in città per aver risolto il caso di Rita Starlight, una famosa attrice finita in un brutto giro di film indipendenti, produzioni a basso costo molto apprezzate dalla critica. Los Angeles non era più la stessa da un bel po’. Ma il sindaco ammirava Rick soprattutto per quel suo humour inglese tipico di Buenos Aires. Si incontrano al Samba Latina, il più celebre ristorante francese del centro, per un caffè. Rick accetta il caso ma a due condizioni: che si sarebbe dimesso se non l’avesse risolto entro 24 ore, e che il caffè l’avrebbe offerto lui. Il sindaco, senza spicci né dignità, non muove un’opposizione. Dopo 23 ore di inutili indagini, Rick viene arrestato per il furto di due caffè.

Van Harper Classic: Arriva il Dr. Van Harper!

venerdì 28 agosto 2009

I'd better be Harpering

Caro Dr. Van Harper, ha qualche allergia in particolare?
No, solo al raffreddore.

Caro Dr. Van Harper, qual è il suo più grande rammarico?
Ho sempre sognato di diventare un artificiere, ma invano. Durante le esercitazioni ho scoperto che il ticchettio delle bombe mi rilassava tantissimo.


Van Harper Classic: Non ci posso credere... Dr. Van Harper!

giovedì 27 agosto 2009

Van Harper facts - n°23

Secondo un sondaggio, il 67% degli italiani non crederebbe più all’oroscopo. Il loro oroscopo aveva previsto anche questo.

Recentemente un’equipe di scienziati del MIT di Boston ha scoperto che bighellonare per il campus non ti rende più cool, se usi ancora l’espressione "bighellonare".


Van Harper Classic: C'è ancora una cosa che non capisco, Dr. Van Harper!

mercoledì 26 agosto 2009

Le 7 scuse più improbabili del Dr. Van Harper

Alle volte penso che la puntualità sia un concetto sopravvalutato. Almeno di 30 minuti.

  1. "Scusate il ritardo, sono appena evaso".
  2. "Scusate il ritardo, stavo firmando autografi".
  3. "Scusate il ritardo, stavo raccogliendo reggiseni dal pavimento della mia camera".
  4. "Scusate il ritardo, stavo aspettando Godot".
  5. "Scusate il ritardo. Sono Godot".
  6. "Scusate il ritardo, ero in Matrix".
  7. "Scusate il ritardo, ho parcheggiato la mia macchina del tempo nel futuro".

Van Harper Classic: Il terzo libro del Dr. Van Harper

martedì 25 agosto 2009

Le 12 frasi che Neil Armstrong non disse mai prima di mettere piede sulla Luna

"Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità": il 21 Luglio 1969 Neil Armstrong venne scelto al posto di Buzz Aldrin per essere il primo uomo sulla Luna. Buzz Aldrin non glielo perdonò mai. Queste sono le 12 frasi che Neil avrebbe voluto dire prima di solcare l'immensa e deserta distesa lunare.

  1. "Perfetto, bassa stagione".
  2. "L'ultimo che arriva è Buzz Aldrin".
  3. "Scendo a chiedere indicazioni".
  4. "Allacciarmi le stringhe delle scarpe tra di loro non ti servirà a molto, Buzz".
  5. "Siamo atterrati Buzz, puoi riaprire gli occhi".
  6. "Per essere un evento storico mi aspettavo un po' più di gente".
  7. "In questo momento tre miliardi di persone si stanno sentendo dei perdenti. Tre miliardi e uno, se contiamo Buzz".
  8. "Ok, ammetto che portarsi la tavola da surf è stato un eccesso di ottimismo".
  9. "Che schifo, sembra la periferia di Houston".
  10. "Quale camera devo guardare?".
  11. "Sei in mondovisione. Posa quel mojito, Buzz".
  12. "Questo è un piccolo passo per Buzz Aldrin, ma un grande balzo per me".

Van Harper Classic: Niente da fare, Dr. Van Harper!

lunedì 24 agosto 2009

Van Harper Review - n°25

Ecco le ultime recensioni. Alcune negative, altre mi confondono sicuramente con il blog di un altro Dr. Van Harper.

"Ci piace molto il blog del Dr. Van Harper, soprattutto per la gamma di opzioni che offre: a) non leggerlo e rimanere a casa; b) non leggerlo e andare al cinema".
(The Village Voice)

"Ridere alle battute del Dr. Van Harper ti fa sentire terribilmente in colpa".
(TV Guide)

"Il mio segreto? Ho paura che il Dr. Van Harper mi prenda".
(Usain Bolt)


Van Harper Classic: Povero Dr. Van Harper!

sabato 8 agosto 2009

I dialoghi improbabili del Dr. Van Harper - n°9

A volte mi capita d’incontrare persone veramente surreali. Altre volte solo quello strano Bianconiglio.

"Dr. Van Harper!".
"Irv. Cosa ci fai a Dallas?".
"Sono in vacanza. Visito tutti i luoghi storici degli omicidi mancati. Qui nel ’63 Lee Harvey Oswald sfiorò di un niente Jackie Kennedy".
"Un hobby singolare".
"L’anno scorso ho visitato solo città che iniziavano con la B".
"Ottima scelta, Berlino è una bellissima città. Come Barcellona, d’altra parte".
"Avrei dovuto pensarci prima di andare a Beirut. E lei?".
"Vengo spesso qui a Dallas. Ormai la considero come la terza città del Texas per popolazione, dopo Houston e San Antonio".
"L’ammiro Dr. Van Harper. Un giorno vorrei essere come lei".
"Ti stancheresti di tutto questo carisma".


ATTENZIONE: nelle prossime due settimane le ipnotiche rubriche del Dr. Van Harper verranno sostituite da "Van Harper Classic", 12 repliche random tra le più casuali.

Questo il programma:

10/08/09 - Van Harper Review - n°1
11/08/09 - Ma questo è ridicolo, Dr. Van Harper!
12/08/09 - I film che non vedrete mai - n°5
13/08/09 - Van Harper facts - n°14
14/08/09 - Dove vai, Dr. Van Harper!
15/08/09 - I dialoghi improbabili del Dr. Van Harper - n°3
17/08/09 - Van Harper Review - n°4
18/08/09 - La coscienza di Peter - n°2
19/08/09 - I film che non vedrete mai - n°10
20/08/09 - Van Harper facts - n°4
21/08/09 - Dovrei, o non dovrei, Dr. Van Harper?
22/08/09 - Sostiene Camisi - n°2

venerdì 7 agosto 2009

Mr. IKeA - Parte III

Uno a zero per il Generale Machiavelli, ma non finisce qui, si esige una contromossa. Le proposte sono tante, ma il vero attacco al sistema, il vero coup de théâtre suggerito dallo stesso Mike, può essere soltanto una rapina ai danni del deposito 7G, il posto segretissimo conosciuto solo da pochi eletti, dagli amici dei pochi eletti e dagli amici degli amici dei pochi eletti, "apparente" deposito dell’IKeA singolarmente sorvegliato da guardie armate 24 ore su 24.
Al suo interno, ovviamente, si ipotizza l’esistenza di ingenti risorse economiche. È un suicidio, è da incoscienti, è il colpo perfetto che fa per loro e per il loro personalissimo desiderio di vendetta, Mike in testa. In breve tempo per esigenze di sceneggiatura, i "latitanti" si organizzano chiedendo aiuto al vecchio Sinatra, stinto anziano professionista in pensione labile di memoria che ha ancora un conto aperto con Machiavelli. Se solo se ne ricordasse.

Arriva il giorno del colpo, l’assalto al deposito attraverso il quale sgretolare la multinazionale dalle fondamenta. Elusa la sorveglianza, ipnotizzata da una delle migliori coreografie mai messe in scena in questo film, e aggirati i sistemi di sicurezza, penetrano infine nel deposito, smaniosi (Mike per primo) di mettere finalmente le mani su tutti quei…tutte quelle…sedie. E poltrone. In quantità industriale, s’intende, ma pur sempre illegali e stupidissime sedie. Fomentato dai suoi ideali, Pablo si sovrappone alla delusione esterrefatta di Mike intravedendone subito la potenzialità del gesto anarchico, spalanca i cancelli del deposito all’universo mondo che si riversa in tutto il suo 90% in un surreale delirio sovversivo. In breve tempo arrivano anche gli Squadroni, il cui schieramento "West Side Story" non riesce ad arginare la rivolta, né a catturare Pablo, Alex, Ljubo, Indro, il vecchio Fausto o l’esponenzialmente disorientato Sinatra. Arrivano comunque al sempre più depresso Mike, intrappolato nella folla nell’utopico tentativo di scappare.
Portato ad Astaire, il Palazzo del Giudizio, Mike non può che arrendersi all’ineluttabile destino di tutti quei "non integrati, discretamente liberi" come lui, stando alle parole del Generale Machiavelli. Affronta quindi un surreale processo attraverso una catena di montaggio giuridico/fordista scandita dalle note di "Magic Moments", nella versione cantata dall’inconfondibile voce di Perry Como, e viene condannato a 21 anni e ½ di carcere, di cui tre passati a costruirsi da solo la sua cella, privo delle dovute istruzioni e di relativo catalogo.

Magic Moments
Memories we' ve been sharing
Magic Moments

When two hearts are caring
I' ll never forget…


Nell’ultima scena, ambientata in un vecchio anfiteatro, il condannato senza possibilità di appello Mike è al centro del palco piegato sul pavimento intento a costruirsi intorno la sua prigione mentre, sulle note di "Our House" di Crosby, Stills, Nash & Young, uno ad uno, tutti i protagonisti della storia sfilano nella platea sedendosi tra il pubblico a guardare.

Our house is a very, very, very fine house

With two cats in the yard
Life used to be so hard
Now everything is easy
'Cause of you

giovedì 6 agosto 2009

Mr. IKeA - Parte II

Mike, suo malgrado, deve fuggire. Non è un eroe, lo si vede lontano un chilometro e, mentre l’allarme suona e le guardie arrivano, si catapulta fuori dall’edificio, oltre le inferriate del Settore 9 e 1/3. Inizia a correre disperatamente ma viene presto preso e caricato su un Van della Volkswagen. In trappola, senza via d’uscita, braccato come un criminale se non fosse che su quel furgoncino lo fissano "facce senza divisa", a partire da Pablo che, a conti fatti, oltre che "eccentrico" è anche un infiltrato e devoto terrorista.
L’unico posto sicuro per i "non integrati, discretamente liberi" come loro, nelle parole di Pablo, è il Ghetto, un non-luogo nel quale si auto-esiliano i liberi pensatori, i perseguitati, gli ingenui, i criminali e i folli, i cui confini le autorità oltrepassano solo per necessità. È un non-luogo, quindi per loro è come se non esistessero. Se si eccettuano ovviamente alcuni raid punitivi degli Squadroni, efferati quanto le loro pessime coreografie lasciano presagire.
Il Ghetto, oltre all’inavvicinabile deposito 7G, è il posto di cui Mike aveva sempre e solo sentito parlare, poco e senza stimolare in lui alcun interesse a dirla tutta, ma comunque circondato da una sorta di mistero circense, un quartiere-prigione nel quale incontrare il pittoresco campionario dell’umanità "latitante".
C’è Indro, un pianista jazz che suona in piedi ininterrottamente da 3 anni, 7 mesi e 15 giorni ("per abitudine", si giustifica) senza riuscire apparentemente a fermarsi; Ljubo, ex-poeta da quando la sua opera omnia è stata irrimediabilmente e sistematicamente stampata su una serie di t-shirt dalla triste saggezza al microonde; Alex, sorprendente pittrice ma aspirante cantante totalmente priva di talento, che confeziona inconsciamente origami ogni volta che mente; Fausto, anziano e irreprensibile maggiordomo pluri-omicida assolto per i suoi delitti ma condannato, ironicamente, alla sedia elettrica perché sorpreso seduto su una panchina superstite durante la sua "ora d’aria". Questi sono i nuovi compagni di Mike, oltre a Pablo, ovviamente, dal quale apprende che sulle sue tracce l’apparato burocratico-militare ha messo il Generale Machiavelli, un vecchio militare irascibile sulla sedia a rotelle che detesta tutto ciò che si muove al di sopra dei 108 cm.
Il primo avvertimento del Generale arriva quel giorno che Mike, Pablo e gli altri si trovano nella Bibliotech del Ghetto, la cui quiete viene interrotta da una inquietante ed irritante nenia da carillon. È il furgoncino da gelataio dello Squadrone, soldati programmati per reprimere a ritmo di tip-tap, dall’approssimativa, scarsa o totalmente assente coordinazione motoria. Mike riesce a nascondersi grazie all’aiuto di Alex ma gli altri, presi alla sprovvista, non possono far altro che assistere in qualità di inermi spettatori.

Uno a zero per il Generale Machiavelli, ma non finisce qui, si esige una contromossa...

mercoledì 5 agosto 2009

Mr. IKeA - Parte I

Anni fa scrissi un soggetto rifiutato da qualsiasi major cinematografica. Una coerenza commovente, ma inferiore comunque alla mia spiccata vocazione per l'insuccesso.

Mr. IKeA

Il futuro prossimo, come tutti noi non lo immaginiamo, è grottesco, kafkiano, fantasmagorico, con una religiosa devozione al musical e governato dalle multinazionali che dettano vertiginosi ritmi lavorativi e concedono dai 93 ai 327 minuti di riposo; mettersi a sedere non è solo vietato ma è un reato capitale per il 90% della popolazione, mentre sedie e poltrone sono un privilegio concesso solo al restante 13% della classe dirigente. Se avete da obiettare che il computo totale sia pari al 103%, non proseguite oltre. Soffrirete di meno.
Mike lavora all’IKeA, all’I.S.C., per la precisione, il reparto "Imballaggio e Spedizione Cose". È un cinico raffinato di poche parole e non ha amici, se è per quello, a eccezione di Pablo, un collega, un tipo un po’ "eccentrico", come direbbe lui, ma in fondo simpatico. Ci lavora da 15 anni, da quando è arrivato con il ritmo nel sangue nella Grande Città, quel tanto da trasformare le sue speranze artistiche in velleità, delusioni e utopie. Da allora detesta i musical, specialmente quelli classici che odia quasi quanto quelli aziendali ai quali è costretto a partecipare, come tutti, con cadenza semestrale. È proprio durante uno di questi "reclutamenti" a cui viene sottoposto durante l’incessante ritualità lavorativa che Mike, semplicemente, parte di testa. Un tipo tranquillo, ovviamente, ma che quel giorno, forse per il caldo, forse per la snervante reiterazione di "Singin' in the rain" in filodiffusione (che preannuncia sempre in modo grottesco l’arrivo di un superiore), si trova coinvolto nell’omicidio-slapstick del suo capo, spinto involontariamente con un gesto di stizza nei macchinari, mentre come al suo solito si muoveva a passi di danza, e che si ritrova "chaplinianamente" intrappolato negli ingranaggi che lo impacchettano e spediscono all’obitorio con l’elegante commento musicale di Gene Kelly.

I'm singin' in the rain
Just singin' in the rain
What a glorious feeling
I'm happy again
I'm laughing at clouds
So dark up above
The sun's in my heart
And I'm ready for love

Mike, suo malgrado, deve fuggire...

martedì 4 agosto 2009

Van Harper Review - n°24

Fin troppe recensioni. Alcune negative, altre sono agguati.

"All’inizio molti erano scettici sul blog del Dr. Van Harper. Fortunatamente con il tempo sono triplicati".
(Chicago Tribune)

"Da quando leggo il blog del Dr. Van Harper ho iniziato a bere".
(Babbo Natale)

"Ho scoperto che se ascolto i Beatles mentre leggo il blog del Dr. Van Harper, i Beatles diventano insopportabili".
(Paul McCartney)

lunedì 3 agosto 2009

Van Harper Review - n°23

Ancora recensioni. Alcune negative, altre le ho inventate pur di fare la vittima.

"Spero che il blog del Dr. Van Harper diventi presto un libro. Questa scrivania balla in maniera fastidiosa".
(Philip Drummond, Financial Times)

"La Svizzera ha appena dichiarato guerra al blog del Dr. Van Harper".
(USA Today)

"Per Steve Jobs il Dr. Van Harper è il più grande blogger di tutti i tempi. Però Steve Jobs deve smetterla di essere sempre così squisito".
(People)

sabato 1 agosto 2009

Sostiene Camisi - n°12

FAREWELL ZLATAN
"Farewell Zlatan": è questo lo striscione che campeggia ormai da una settimana all’ingresso di Las Vegas, dove la presentazione in diretta di Ibrahimovic al Camp Nou è stata accolta con mestizia e tristezza, tanto da trasformare per un pomeriggio la capitale del gioco d’azzardo nella cittadina di Footloose prima dell’arrivo di Kevin Bacon.
Dopo un fine settimana di infuocate trattative, s’infrange così il sogno dei Roundabouts di portare l’asso svedese alla corte di Don Camisi. "Alla fine Ibrahimovic e il suo agente Raiola non hanno accettato la nostra proposta economica: pagarci", ha affermato rammaricato il Reverendo, l’enigmatico presidente dei Portuense Roundabouts.
Soddisfatto il suo collega dell’Inter, Massimo Moratti: "L'offerta di Don Camisi era interessante, ma avete visto con che occhioni ti guarda Eto’o quando firma un contratto da 10 milioni a stagione?".
Come un novello Kevin Bacon il tecnico Don Camisi cerca invece di riportare l’entusiasmo: "Siamo comunque competitivi. Certo, Zlatan era un nostro obiettivo, ma avevamo già finito tutto il nostro budget pagando il conto del frigobar".
Sintetico un contrariato Kevin Bacon: "Smettetela di usarmi come termine di paragone".