sabato 21 novembre 2009

I dialoghi improbabili del Dr. Van Harper - n°15

Una volta lavoravo al centralino della polizia, prendevo le chiamate di emergenza. Era un lavoro part-time. Lavoravo solo quando chiamava qualcuno. Comunque.

"Polizia, parla Van Harper".
"Ho paura che dei ladri si siano introdotti in casa mia".
"Cosa glielo fa pensare?".
"Mi stanno derubando in maniera furtiva. Inoltre uno di loro sta aspettando che finisca la chiamata per prendermi il cellulare. Lei faccia finta di essere un mio amico".
"Non lo so, non la conosco nemmeno. Cosa le piace fare nel tempo libero?".
"In genere? Non essere rapinato".
"Abbiamo molto in comune. Anch’io ho del tempo libero. Se mi dice il suo indirizzo le mando subito una volante".
"Non mi chiede neanche come sto?".
"Errore mio. Come sta?".
"Come vuole che stia, mi stanno rapinando".
"E torniamo a 'se mi dice il suo indirizzo le mando subito una volante'".
"Una volante? Non avrebbe qualcosa di più aggressivo? Le cose aggressive mi rassicurano sempre".
"Una volante rosso fuoco. Con la marmitta truccata. E due agenti vestiti da pirati. Che sparano in aria. Usando delle sciabole".
"Altrimenti?".
"Un’orchestrina di liscio romagnola. Che suona i Deep Purple".
"L’orchestrina di liscio".
"Dove si trova in questo momento?".
"Sesame Street".
"Ma Sesame Street è un programma per bambini".
"Vivo in un programma per bambini. Ci vivrebbe anche lei se i suoi genitori l’avessero chiamata Elmo".
"Il tono rassicurante con cui lo dice e la mia sconcertante ingenuità mi hanno convinto. Le mando subito l’orchestrina di liscio romagnola".
"Quanto pensa che impiegherà ad arrivare?".
"Il tempo d’imparare le canzoni dei Deep Purple".

Van Harper Classic:
Sostiene Camisi – n°8

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