sabato 15 maggio 2010

It’s a long way to the top if you wanna rock’n’roll, Dr. Van Harper

Caro Dr. Van Harper, qual è il suo sogno ricorrente?
Sono un pesce pagliaccio e sto vagando per l’oceano. E sono molto spaventato, perché l’oceano è molto grande. E io ho appena perso mio figlio. E lo sto cercando ovunque ma l’oceano è immenso. E poi incontro uno squalo. Anzi, più squali. E scappo. Loro m’inseguono e cerco riparo nel relitto di un sommergibile. Ma per quanto nuoti veloce, loro sono più veloci di me. Mi sono quasi addosso ma io giro a destra. E poi a sinistra. E sono in un vicolo cieco. Sono in un vicolo cieco e sono spacciato. Gli squali mi stanno raggiungendo ma più si avvicinano e più mi accorgo che non sono squali. Sono avvocati. Gli avvocati della Pixar. E mi stanno accusando per plagio. Anch’io non sono più un pesce e sono molto confuso perché non ho mai visto "Alla ricerca di Nemo". Loro mi dicono che è impossibile. È un gran film, l’hanno visto tutti. Ha vinto anche un Oscar. Così adesso sono in prigione. E sono innocente. Ma almeno non sono più solo, ho un amico, Morgan Freeman. E trascorro 20 anni in prigione occupandomi di contabilità. Sembro un tipo tranquillo ma in realtà sto preparando una fuga. Così una notte scappo da un tunnel che ho scavato nella mia cella e fuggo in Messico. Mi stabilisco lì. Lavoro a una barca sulla spiaggia quando vedo qualcuno in lontananza. Mi sembra Morgan Freeman ma in realtà è Stephen King. E mi accusa per plagio. Di nuovo. Io gli rispondo che non ho mai visto "Le ali della libertà", né tantomeno letto il suo racconto da cui è tratto. Lui dice che è impossibile, è un film bellissimo, avrebbe vinto tanti Oscar e inizia ad elencare tutte le categorie nelle quali è stato candidato. Qualsiasi cosa pur di non parlare della sua prosa. Io mi stanco quasi subito di ascoltarlo e chiudo a pagina due, prendo la barca e fuggo in mare. Ma ho fame e mi metto a pescare. E prendo immediatamente un pesce. È un pesce pagliaccio, lo chiamo Nemo. Sembra molto simpatico, così lo uso come esca per un pesce più grosso. Che abbocca quasi subito. Enorme e potente. Lotto giorno e notte. Per tre giorni e tre notti. Finché lo tiro su. Ma il pesce non è un pesce. È Ernest Hemingway. E mi cita per plagio. Il che, da un certo punto in poi, me lo potevo anche aspettare. Io gli dico che non ho mai letto "Il vecchio e il mare", ma lui non ci crede. Dice che è molto meglio di Stephen King. Gli credo sulla parola. Lui mi dà un pugno in faccia. Ma il pugno non è un pugno. È Woody Allen. Questo è il mio sogno ricorrente.

Van Harper Classic:
La coscienza di Peter – n°12

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