sabato 30 gennaio 2010

I film che non vedrete mai - n°33

Subito dopo il ritrovamento di una pistola accanto alla sua tempia, una giovane donna sospetta che il marito voglia ucciderla. L’unico modo che avrà di salvarsi sarà chiedere il divorzio e ottenere così la custodia delle munizioni.

David era un avvocato di successo che aveva tutto dalla vita: un esclusivo appartamento a Soho, un ranch ad Aspen, una lussuosa residenza estiva negli Hamptons, una Lamborghini Diablo, una Bentley, due Aston Martin d’epoca, un Hummer corazzato, una Ducati Desmosedici RR, uno yacht ancorato a Portofino, una vasta collezione di vini pregiati, costosi completi fatti su misura dai migliori sarti italiani, un abbonamento al Metropolitan, 37 cavalli di razza tutti di nome Berry, una caricatura di Winston Churchill, Winston Churchill in posa per una caricatura, un Van Gogh firmato Magritte, una versione restaurata e mai vista di Casablanca con protagonisti Humphrey Bogart e Ingrid Bergman ma a parti invertite, un orologio a cucù da polso, una casa sull’albero firmata Renzo Piano, una piscina sull’albero firmata Renzo Piano, Renzo Piano che miscelava il suo miglior cocktail: il Renzo Piano bum-bum, un bassotto che cantava in playback fuori sincrono, uno chef karateka, una moneta da un euro ma del 1625, un maggiordomo molto più ricco di lui, un clone di Eddie Van Halen, un clone di Alex Van Halen, un clone di Michael Anthony, un clone di David Lee Roth, un clone di Sammy Hagar che a un certo punto prendeva il posto del clone di David Lee Roth, uno schermo al plasma che aveva fortuitamente due punti in comune con la Svizzera: forma e dimensioni, Celine Dion che cantava ininterrottamente sulla prua di una replica del Titanic in scala 1:1, una replica di un iceberg in scala 1:1, un lago artificiale dove poter pescare liberamente unicorni, un robot assassino che nutriva una passione smodata per My Fair Lady, 1.457.894 cellulari "usa e getta" e un inventario delle cose che possedeva. Quel che mancava a David era il vero amore. Ah no, aveva anche quello. Era nascosto tra il bassotto che cantava in playback fuori sincrono e lo chef karateka.

Van Harper Classic: Van Harper Review – n°17

1 commento:

  1. The Uncanny Dr. Van Harper,
    con la seguente le esprimo tutto la mia profonda amarezza.
    Non è che se pubblica un post lungo poi può non scriverne altri per giorni e giorni.

    Ho sillogicamente notato una cosa:
    -)Luttazzi nella sua palestra è in ferie,
    -)lei non sta scrivendo più post,
    -)il Dr Van Harper è Qualcosadelgenere.

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